“Oltre il segnale” (recensione su silloge di Franca Marianni)
Come levitare lentamente in passi di danza fra un rigo e l’altro, questo è leggere l’opera “Oltre il segnale”.
Ogni pagina racchiude ampie visioni di vita scrutate con occhio attento e preparato a “vedere l’oltre”, oltre le cose che si offrono come tramite per arrivare all’essenza pura dell’esistenza, e nel fermare le immagini, la poetessa dispiega sotto il nostro sguardo mondi interiori che ella ha esplorato con la facilità del saggio, col passo leggero di chi è abituato a viaggiare nell’anima delle Cose.
L’autrice dipinge di colori chiari ed eterei le immagini delle emozioni e dei pensieri e come vento leggero accarezza ogni anfratto dell’anima, lascia una scia di luce e calore su ogni visione di delicati e sofferenti momenti, sulle profonde riflessioni di moti emotivi, fra intense parole di speranza.
Franca Marianni affascina il lettore con la sua retorica elegante e delicata, lo afferra per mano e lo accompagna in luoghi eterei che pure sono lì, davanti a noi, ma che senza la sua guida non riusciremmo a riconoscere.
La meditazione è il fulcro della poesia, il sogno diventa realtà spalmata sulle righe, la visione oltre il confine umano, il “terzo occhio” sono gli strumenti che consentono all’autrice di regalarci vere perle di saggezza.
“Un’altra vita” è la splendida manifestazione di un’anima che “vede”: “quando più non scorrerà acqua di sorgente… quello che allora accadrà, farà parte del silenzio…”.
Visioni profetiche o saggi consigli o teneri pensieri diventano liriche d’alta risonanza emotiva.
Melodia assoluta in “Resurrezione”, leggerla è immergersi nell’omogeneità di suoni e parole ed immagini, così come in tutte le poesie scritte da questa -mano prolungamento dell’anima- che ho avuto la gioia di conoscere, la Marianni è “anima che scrive l’anima”.
Morbida malinconia in “All’insaputa del sonno” e tenera immagine dei luoghi amati in “Colline del Monferrato”, felice intuizione della condizione umana in “L’uomo in fuga”, meravigliosi colori di tavolozza in “Varchi”. La poesia “Oltre il segnale” si espande in una rilucente onda sulla quale naviga la consapevolezza della vita.
E quanta bellezza in ogni poesia, non una mi è rimasta indifferente, leggere l’opera “Oltre il segnale” è assaporare il momento dell’autrice e viverlo come proprio. È rapimento.
Grazie a questa poetessa che con maestria ci regala un’opera plasmata con la stessa sostanza dell’Oltre.
Annamaria Vezio