E ancor più ti poserò sul cuore
nelle stagioni d’autunno,
come foglia caduca,
che la terra mitiga dolce
perché mai abbia a patir geli.

La notte è giunta improvvisa,
tacendo la sua corvina presenza;
l’oscurità inghiotte ogni barlume.
Più pallide le tue labbra deserte
senza fiammelle di luna.
Tremano le tue mani vuote e congiunte
in questa notte senza preghiere;
trema il tuo animo di gelido silenzio.
Forse senti giungere inesorabili
le inquietanti creature del buio desolato.
Il tuo sguardo è fisso aldilà del bosco,
mentre sfrega sui vetri un vento rabbioso;
nelle vene fluida scorre la tua paura;
quale spaventosa creatura
starai mai temendo?
Cosa attende la tua angoscia?
Ecco dal viale s’ode chiaro,
echeggiando tra omertose fronde,
flemmatici passi, che pesanti s’avvicinano.
Un fremito, un sussulto, un grido del cuore…
Eccolo…è tornato al suo giaciglio!
Qual mostro peggiore o demone crudele
sarebbe al pari del suo non ritorno?
Finché l’amore al suo seno si ricongiungerà
non esisterà notte di più esultante fulgore.