Opere giugno 2012

16.10.2012 00:30

Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

 

giovedì 7 giugno 2012

Laura E. Privitera CANTO DI MAREA
 

 

mi guardi e lo sguardo io lo riconosco
ne sento il calore con l'avanzar della marea
ma ho altri tempi e desideri
così poso una mano sulla tua bocca
ad interrompere ciò che vuoi dire

taci amore!
lascia che parlino solo i pensieri...

non aver fretta...

lascia che gli occhi
sian calamita per la mia bocca
soffierò sulle tue ciglia
e avrò il profumo
delle conchiglie sulla battigia

voglio sentire nel tuo silenzio
solo il fruscio delle lenzuola
allo svelare della mia pelle
che ora al tuo stupore è seta rossa

ed il sussurro delicato delle tue dita
scioglierà i nodi d'alghe salate
che il giorno ha lasciato
tra i miei capelli

ed il calore
del tuo respiro
brucerà il viso
che ora è di nuovo
giovane e bello
e colmo d'attesa

così che avanzi
anche in me
la lunga scia
dell'onda calma
e poi salga impetuosa
e mi sommerga
e ci sommerga...

taci ti prego
tolgo la mano dalla tua bocca
me l'hai promesso
taci ed aspetta...

poi parla pure
fammi annegare
nella marea
delle parole.

mercoledì 6 giugno 2012


Italo Zingoni . Le nostre solitudini

 

In equilibri di strutture ancora troppo fragili
generiamo le nostre sparse solitudini
e come il tempo sgretoliamo duri sassi
a farsi dentro grovigli di pensieri assorti

Forse ieri è stato un giorno di smeraldo

ed un sorriso ancora velava la tua ombra
che nei passi a malapena sosteneva il vento

non un lamento – lo ricordi adesso ? – sfiorò

il silenzio che vinceva ogni nostra resistenza
per il tutto che svaniva e il nulla a noi davanti.

A farsi dentro grovigli di pensieri assorti

cenere trafitta da un fuoco rosso di tramonti
che nutrono di vuoto le nostre solitudini
in equilibri di strutture ancora troppo fragili.

Italo Zingoni – Prove d’Autore – 2010-2012- Inedito- t.d.r.

 

 

Lorenzo Curti POI CHE SIAMO …

 
E’ l’ ora quieta in cui tace ogni voce
e sgorga per disgelo
dalle falde dell’essere un silenzio,
che rapido s’assorbe dentro l’anima
e si fa del pensiero suo latore ;

s’appoggia ai vetri, sopra i muri cala
come secchio in un pozzo un desiderio
di essere torcia che rischiara il buio
o fumo lieve che svanisce piano
inglobato nell’aria che lo abbraccia .

O essere ginestra che s’aggrappa
alla pietra e si fa tana di vento
nel giallo all’imbrunire uguale al sole
assorta nella luce che la bacia
dimesso fiore in fondo al firmamento.

Che ci attraversa sempre un’ansia
uguale di essere diversi poi che siamo
dispersi fiori timidi nei campi ,
o legna a bruciare nel camino dei giorni,
minuti, istanti di tempo,
poi memoria d’ amore,
sangue di questa terra che ci sfugge.

 

 

Italo Zingoni Le nostre solitudini.

 

In equilibri di strutture ancora troppo fragili
generiamo le nostre sparse solitudini
e come il tempo sgretoliamo duri sassi
a farsi dentro grovigli di pensieri assorti

Forse ieri è stato un giorno di smeraldo
ed un sorriso ancora velava la tua ombra
che nei passi a malapena sosteneva il vento

non un lamento – lo ricordi adesso ? – sfiorò
il silenzio che vinceva ogni nostra resistenza
per il tutto che svaniva e il nulla a noi davanti.

A farsi dentro grovigli di pensieri assorti
cenere trafitta da un fuoco rosso di tramonti
che nutrono di vuoto le nostre solitudini
in equilibri di strutture ancora troppo fragili.

Italo Zingoni – Prove d’Autore – 2010-2012- Inedito- t.d.r.

 

 

Renato Fedi La ragazza sulla panchina

 

La ragazza seduta
sulla panchina ha mani in fermento
ed un fermacapelli rosa a cerchietto;
sfoglia una rivista a fumetti muovendo
nervosa la testa. Non più di vent'anni,
ma fianchi maturi che si sono già offerti
a un amante. Solleva lo sguardo spiando
il viale e la gente che va: cerca un volto
che a lungo ha sfiorato e ora gli sfugge.

Quotidiana ossessione
il risveglio e il suo viver frettoloso;
correre con gli occhi abbassati al timore
che incontrino quella verità che lenta
sta empiendo la mente: uomo che nasconde
nel cuore la paura di vecchiaia precoce
e si prende purezza senza aver devozione,
con sola la brama di un corpo infantile.

La ragazza seduta
sulla panchina ha mani che cercano la vita:
quella vita che cresce nel seno, esistenza
nuova già volta al dolore da riarsa ignoranza.

 

 

 

In un mistero d’ali di Maria Luisa Mazzarini

 

Da spiaggia Zaiana
per sentieri aulenti
di ginestre
al mare di surf
di Vieste,
aquiloni d’ anime
che si cercano
e rincorrono,
in un mistero
d’ali di gabbiani
e di Vento.

 

Buona notte ( senza svegliarti) di Luigi Violano

 
Io farò luce
alla tua buona notte insonne
con la mia anima
di carta pesta,
sarò la voce che parla al vento
per arrivarti dritta al cuore
senza svegliarti
col suo possente bisbiglio