Indossa un velo a scendere
l’incedere del giorno verso la sua branda
e fa cortina all’ore dei folletti,
pronti a spargersi tra il dormire e il nulla.
Non mi importa della notte,
è uno scricchiolio agganciato tra i letarghi
di questo ragionare a vuoto,
di questa mente che estenuata si disossa.
Ora langue il vivere confuso,
segna a gesso nero le rughe del cammino
e l’orizzonte lento si denuda,
ripiega se stesso cedendosi a una gabbia.
Non mi importa della notte,
è un equilibrista che non ritrova il circo
e senza fune gira tra le idee
portando ad accessorio un mio risveglio.
Opere maggio 2012
16.10.2012 00:43
giovedì 31 maggio 2012
I MATTI di Francesco Ferro
Muti e assorti,
fissano pensieri,
strani ricordi da raccontare.
Guardano il punto e osservano
Scorrendo momenti di vita.
Nei loro occhi che risplendono
riflettono raggi di vita,
raggi di speranza.
Con un soffio liberano il cielo
rivedendo le stelle.
MESSINA 21.03.2012
fissano pensieri,
strani ricordi da raccontare.
Guardano il punto e osservano
Scorrendo momenti di vita.
Nei loro occhi che risplendono
riflettono raggi di vita,
raggi di speranza.
Con un soffio liberano il cielo
rivedendo le stelle.
MESSINA 21.03.2012
RINCORRI UNA STELLA di Francesco Ferro
Voglio rincorrere una stella,
la sua luce e la sua vita,
voglio soffiare sulle nuvole
per farle sparire,
voglio aspettare il buio
per rivederla brillare
e ricominciare a inseguirla.
Palermo 21.03.2012
la sua luce e la sua vita,
voglio soffiare sulle nuvole
per farle sparire,
voglio aspettare il buio
per rivederla brillare
e ricominciare a inseguirla.
Palermo 21.03.2012
Parole in viaggio di Francesco Ferro
Una penna,
un’agenda con fogli bianchi,
bianchi e vuoti
come la mia mente.
Fogli che iniziano
a sporcarsi d’inchiostro
e a riempirsi di parole
cosi come la mente di pensieri.
Ecco sono dentro una stazione
di periferia,
in attesa di un treno
che porta perenne ritardo
ed inizia il viaggio
dei miei pensieri sui fogli bianchi.
Per una volta non sono io
Ad essere in ritardo.
Milano STAZIONE CENTRALE, in partenza per la premiazione di Firenze 13.04.2012
un’agenda con fogli bianchi,
bianchi e vuoti
come la mia mente.
Fogli che iniziano
a sporcarsi d’inchiostro
e a riempirsi di parole
cosi come la mente di pensieri.
Ecco sono dentro una stazione
di periferia,
in attesa di un treno
che porta perenne ritardo
ed inizia il viaggio
dei miei pensieri sui fogli bianchi.
Per una volta non sono io
Ad essere in ritardo.
Milano STAZIONE CENTRALE, in partenza per la premiazione di Firenze 13.04.2012
Si parte dal dolore…di Maria Allo
Si parte dal dolore…
si parte dal dolore del mondo
dove contano i gesti
le parole in libertà
incise su arene di fuoco
per noi espropriati
tra il sonno e la veglia
a ricercare suoni
*
si parte da lontananze
scese nel mutato cuore
immerso su bordi
lambiti dal silenzio
con echi di riflessi
saturi di presagi
*
si parte da un moto circolare
scalpita arde
fino a farsi tufo
nella brocca degli incensi
si annida
dentro fino al compimento
dopo le mareggiate
su fondali di mare
*
si parte da un tempo
intriso di dolore
smarrito dentro orbite vuote
cerchio di cielo impeto di venti
risuonano di gemiti le rive
demenza di parole
Erinni nelle menti
se troppo silenzio
o strepito di ali mi attraversa
un soffio di vento
da virgulti perlati
snoda
una sillaba piena
di tralci appena nati
neve di promessa
stralcio di luce
appena sussurrata
*
si parte da una balugine cieca
su cardini sconnessi
di fuochi spenti
che grondano frammenti
da invocazioni recise
di perdono
su marosi bianchi
come la nostra anima
da gemiti arcani
mani su varchi
che soffocano rugiade
*
si parte da foglie di quercia
che fluttuano
e si annodano al respiro
poi si accendono silenzi
nelle viscere stesse della terra
*
si parte da un’eco scomposta
che sostiene sulle spalle tutto il peso
nell’abisso del tempo
il suo dolore
e il mio
si parte dal dolore del mondo
dove contano i gesti
le parole in libertà
incise su arene di fuoco
per noi espropriati
tra il sonno e la veglia
a ricercare suoni
*
si parte da lontananze
scese nel mutato cuore
immerso su bordi
lambiti dal silenzio
con echi di riflessi
saturi di presagi
*
si parte da un moto circolare
scalpita arde
fino a farsi tufo
nella brocca degli incensi
si annida
dentro fino al compimento
dopo le mareggiate
su fondali di mare
*
si parte da un tempo
intriso di dolore
smarrito dentro orbite vuote
cerchio di cielo impeto di venti
risuonano di gemiti le rive
demenza di parole
Erinni nelle menti
se troppo silenzio
o strepito di ali mi attraversa
un soffio di vento
da virgulti perlati
snoda
una sillaba piena
di tralci appena nati
neve di promessa
stralcio di luce
appena sussurrata
*
si parte da una balugine cieca
su cardini sconnessi
di fuochi spenti
che grondano frammenti
da invocazioni recise
di perdono
su marosi bianchi
come la nostra anima
da gemiti arcani
mani su varchi
che soffocano rugiade
*
si parte da foglie di quercia
che fluttuano
e si annodano al respiro
poi si accendono silenzi
nelle viscere stesse della terra
*
si parte da un’eco scomposta
che sostiene sulle spalle tutto il peso
nell’abisso del tempo
il suo dolore
e il mio
Omaggio galante di Luigi Violano
Versami l'anima
dentro il lenzuolo azzurro
della notte,
mentre ti canto il vivere
in un soffio di vento
ed alla tenera tua mano affusolata
inchinasi un bacio lieve
mio accorato a farti omaggio,
vergine fanciulla.
dentro il lenzuolo azzurro
della notte,
mentre ti canto il vivere
in un soffio di vento
ed alla tenera tua mano affusolata
inchinasi un bacio lieve
mio accorato a farti omaggio,
vergine fanciulla.
mercoledì 30 maggio 2012
Senza pianto by Am Vezio
Non piango mai
i miei occhi non conoscono lacrima
le onde nere e gonfie
sono i flutti del mio cuore
Sono ganci i flutti neri
che afferrano le carni
le straziano ed angustiano,
l'anima trascinano
in larghi forni in cenere
Non piango mai
i miei occhi non conoscono lacrima
L'anima è un panno asciutto
che fra due mollette
appeso a un filo
impazzito sventola.