Opere maggio 2012

16.10.2012 00:55

Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

domenica 20 maggio 2012

 
"Meditare ed affinare le attività mentali, aprire le porte alla Vita"
Am Vezio

 

sabato 19 maggio 2012

Paura ed. 2003 copyright by Annamaria Vezio

 
Paura
non fai rumore
non acceleri il battito
ti affacci sul mio collo
silenziosa
come un cirro di nuvola
ti guardo
e divento muta
silenziosa
sei la tela bianca davanti ai miei occhi
la tela
su cui non so cosa dipingere.
 

 

giovedì 17 maggio 2012

Ti penso, a volte (Donna 2011)

 

Ti penso, a volte
e cado nel tappeto
che fu il nostro talamo
Mi prendesti,
mi prendesti seduta sul divano
sciogliendo l’azzurro dei tuoi occhi
nel liquido mio azzurro
Le mani sul mio viso,
le tue mani forti e grandi sul mio viso
come ali di mamma chioccia
sul corpo implume del pulcino
Grandi mani, le sentivo grandi
su di me, come ali
Come ali mi avvolgevi in te
Scendevano le tue mani
sulla curva del collo
disegnavano il mio collo
lo carezzavano
seguendo la linea delle spalle
e poi del seno
con tenerezza, guardandomi negli occhi
con gli occhi ardenti
Guardandomi negli occhi,
prendevi il mio corpo per rubarmi l’anima
e la rubavi
Ed io persa,
con l’anima nei tuoi occhi
che dai tuoi occhi colava nel tuo ventre
e lì restava,
languida mi dissolvevo e scivolavo sul tappeto,
mi dissolvevo
Avevi lo champagne
e due flute nelle tasche
bevemmo lo champagne
dai flute
e poi il tuo lo versasti
sulla linea del mio collo
a da lì lo bevesti
ma non eri ancora sazio
e lo volesti bere dal mio ventre
e poi più giù
dal delta del mio corpo
dalla cava del desiderio
Piano, piano,
piano mi prendevi
mi rapivi, mi prendevi
Mi prendevi fra le braccia
braccia forti, possenti
Mi avvolgevi come cielo di notte
come il cielo avvolge di notte
mari e promontori
Mi portavi all’estasi
e all’estasi andavi
Il mio corpo era tutto una carezza,
le tue mani erano la carezza
Ti penso, a volte ti penso
e cado nel tappeto
che fu il nostro talamo
Mai più, mai più
ci fu tappeto in casa mia.
 
 
 

martedì 15 maggio 2012

Amado mio

 

 
Quando il senso della vita
ormai era perduto
e nel sorriso dolce e stanco
baciavo la tristezza
scivolando lentamente
il mio passo sopra l’erba
che pure sorridente
carezzava il mio cammino
un riflesso nella luce
ha svegliato il mio silenzio
e, in una nube
di visi e di colori
assai stridenti
un corpo evanescente
e uno sguardo lento e ridente
han tagliato il mio sentire
portando il mio pensiero
oltre ogni utile sentiero
Una luce ed un riflesso
prepotenti hanno spaccato
i colori e la materia
sfuggendo a tutti i sensi
Chi è stato e cosa ha fatto
davvero non lo so
ma se il miracolo è risposta
ai bisogni della vita
allora sei tu, amado mio
il miracolo d’amore
che la vita m’ ha donato
forse stanca di seguire
due esseri infelici
che nel Cosmo si cercavano
E adesso siamo insieme
abbracciati nella notte
e nel momento del momento
Insieme, come sempre
già scritto era nel Tempo
che ora si rilassa
guardandoci indulgente
abbandonati l’uno all’altro
nel sorriso dell’Amore.
 
 
 

lunedì 14 maggio 2012

Destino ed. 2007 pubbl. Scrivere copyright Annamaria Vezio

 

Guardavo un po’ il destino
e lo sguardo mio batteva
sul chiaro di una luna
che ingannata colorava
d’azzurro la sua ombra
Confusa, poi pensavo
che il colore conoscevo
era quello dei miei occhi
che lo sguardo tuo scioglieva
Piangendo, ora mi fermo,
d’un pianto senza sale
né di lacrime fluenti
Su un sasso grigio e fermo
appoggio il mio silenzio
lo fisso e lo rimiro
d’azzurro non colora
né dintorni né silenzi
Gli sguardi che vedevo
imprigionati e audaci
son ombre dei miei occhi
che ciglia lunghe segna
sul grembo mio dormiente.