Narrativa

Annamaria

Data: 24.10.2012 | Autore: Mamma bella Luce

Interessantissimo.
Ti ringrazio per il piacere che mi concedi nel poter leggere di argomenti così impegnativi, informativi e chiarificatori, sarebbe auspicabile poterne creare un' interazione con persone interessate che vogliano scambiare esperienze che, se pur un pubblico ignora o ne è spaventato per tale condizione, si sa trattasi di "fatti reali" con cui ognuno ha avuto contatto.
Onorata della tua presenza nel blog!

LO SPIRITISMO 26 RAPHAEL SCHERMANN 1879-(1945?)

Data: 18.10.2012 | Autore: marcello de santis

RAPHAEL SCHERMANN (Cracovia, 1879-)
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nasce a Cracovia, città che allora faceva parte dell'Austria, nel'anno 1879, e quasi per caso già in giovane età si trovò a "intuire", "comprendere", (e poi a studiare) i tratti della scrittura dell'uomo, che lo portò a esiti impensabili per una mente umana.
Viaggiò molto, (fu a lungo in America) ma alla fine ritornò e si stabilì a Vienna, dove lavorò per una compagnia di assicurazioni.
La sua passione per la "scrittura a mano" lo portò a perfezionarsi in questa ma-teria che venne denominata psicografologia. Divenne famoso in Europa e nel mondo. E collaborò in maniera permanente con la polizia di Vienna per risolvere casi di delitti irrisolvibili, collegati a qualcosa che avesse a che fare con la scrittura di uno o più soggetti implicati nei delitti stessi.
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Essendo diventato celebre, molti studiosi lo sottoposero ad esperimenti, per cercare di determinare le sue facoltà paranormali; e fu così che fu chiamato a collaborare a lungo con Oskar Fisher dell'Università di Praga negli anni 1916-1918. Dopo la grande guerra tornò in America dove fu invitato a tenere conferenze sulla materia e a collaborare con la polizia di New York; va detto che il suo aiuto fu determinante per risolvere un inspiegabile misterioso omicidio.
Morì nella seconda guerra mondiale, a Cracovia, dove era ritornato, vittima della furia nazista.
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Capacità di Raphael era quella di riconoscere - e riprodurre senza vederla - la scrittura di qualsiasi personaggio del quale gli veniva presentata una scrittura, anche nascosta (lettera sigillata in una busta, manoscritto in un plico).
Nelle sedute con questo medium la scrittura di persone e/o personaggi gli serviva da “induttore psicoscopico”.
Mentre i normali studiosi di grafologia descrivono - dall’esame della scrittura - il carattere di colui che ha scritto, lo Schermann riusciva - dall’esame di essa (o solo dal fatto di averla davanti anche se schermata) – a descrivere minuziosamente non solo il carattere ma anche fatti e avvenimenti inerenti alla vita del’autore. Per cui tratteggiava i dati somatici del soggetto, i suoi eventuali tic, i suoi parenti, la professione o l’attività che svolgeva, l’aspetto fisico e i suoi modi di muoversi. E ne imitava la grafia e la firma, anche se lo scritto sottopostogli, come detto, era per esempio chiuso in busta sigillata. Agiva in stato di ipnosi (al contrario del chiaroveggente che agisce sempre in stato di veglia.)

Il fenomeno in questione si avvicina molto alla psicometria (quella facoltà per cui un sensitivo riesce a "percepire" caratteri storia luoghi relativi a un personaggio che è stato in qualche modo in contato con un oggetto "che lo stesso sensitivo ha in mano"; percependo in tal modo da esso tutte le informazioni che poi annuncia agli sperimentatori e ai presenti.
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A differenza dello psicometra
a) lo Schermann non prende in mano alcun oggetto
b) non raccoglie quindi sensazioni dal senso del tatto
(come prevede la psicometria)
c) percepisce con la mente senza alcun contatto fisico
d) scrive nella stessa maniera dell'autore dello scritto nascosto
e) scrive con la stessa grafia dell'autore dello scritto nascosto
f) descrive - come lo psicometria - luoghi, oggetti, carattere
vita, epoca, costumi dell'epoca, dell'autore dello scritto.
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Una prova a favore degli spiritisti è la scrittura del medium di opere dettate da scrittori scomparsi (da poco o da secoli).
Vediamone un caso realmente accaduto in Inghilterra.
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Un giovane operaio che lavorava in una officina meccanica, in una seduta in stato di trance, ricevette dallo scrittore Charles Dickens l’incarico di portare a termine una sua opera, incompiuta al momento della morte; “Il mistero di Edwuin Dro-od”.
Bene: il ragazzo scrisse circa duecento pagine con la stessa grafia (successivamente controllata accuratamente) e nello stesso stile dello scrittore inglese. In queste pagine egli fece la descrizione delle scene, del carattere dei personaggi, della trama, tutte cose che erano fuori della portata della modesta istruzione del meccanico.

Cosa opporre ancora agli spiritisti quando un soggetto poco o affatto istruito riesce sotto la guida dell’artista disincarnato a creare un quadro, un disegno, un’opera d’arte al di fuori delle sue capacità materiali? O quando un soggetto - ignaro di qualsiasi istruzione di note e di tecnica musicali - sedutosi al pianoforte, o davanti ad un’arpa, o a un altro strumento, in stato di trance, riesce ad eseguire pezzi che sono di difficoltà enorme, e lo erano anche per l’artista (defunto) quand’era in vita, artista da cui egli dice di essere guidato?

Che dire dei morti che ritornano per adempiere a promesse fatte quando erano ancora viventi? Come spiegare il fenomeno se non con l’esistenza di una continuazione della vita in altra dimensione? Certo, non tutti “sono tornati”, ma ciò non toglie che molti invece hanno mantenuto l’impegnodi tornare.

Approfondiremo l’argomento quando torneremo a parlare di Ernesto Bozzano e in particolare del suo libro dal titolo: I morti ritornano, uno dei più appassionanti del grande studioso italiano.
Che poi questi ritorni si vogliano spiegare con i soliti colpi sui muri o sui tavoli prodotti dagli stessi medium con trucchi, e con le apparizioni e con le scritture taroccate, è un altro paio di maniche. Si deve partire dal presupposto che alla dipartita di una persona da questa terra resti un effimero fantasma postumo - come lo definisce appunto il Bozzano - che sopravviverebbe per un tempo limitato e che, fondendosi col perispirito del defunto, darebbe luogo allo spettro della persona che vagherebbe per i luoghi in cui ha vissuto e in cui ha perso la vita (magari per un fatto delittuoso).

SEGNALATIMI DA AMICI
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DIANA BELLINO
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Diana Bellino è una signora di Gorizia che vive a Udine, dove svolge la sua attività di pittrice. In una nota su fb, del 16 aprile di quest'anno dopo aver letto il mio ultimo saggio di parapsicologia, mi segnala un fatto accaduto a lei personalmente, in cui una sua carissima amica appena deceduta le si manifesta con un bacio e una carezza. Ho chiesto alla gentile amica il permesso per la pubblicazione del fenomeno di cui è stata protagonista e della sua fotografia, e mi è stato concesso.
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Riporto l'accadimento con le sue parole.
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Carissimo Marcello....
io non so se la mia storia coincide con la parapsicologia... io chiamerei la mia esperienza paranormale!
Tantissimi anni fa avevo (mi scrive qualche tempo dopo: avevo 22 anni) un'amica a cui volevo molto bene (aveva 21 anni), purtroppo è morta giovanissima a causa di un aneurisma; al momento dell'evento ella era sola per cui è rimasta tante ore in coma... era in una stanza dove lavorava - faceva pulizie negli uffici - ed essendo di domenica sul luogo non c'era nessuno, per cui in un primo tempo non la cercava nessuno. Quando hanno preso a cercarla, soltanto dopo diverse ore l'hanno trovata; e purtroppo l'hanno trovata morta. Io sono andata all'obitorio; ma non sono riuscita ad avvicinarmi a lei; neanche per farle una carezza. Mentalmente le ho chiesto scusa: "perdonami cara amica, se non ci riesco a darti neanche un abbraccio". La sera a letto non riuscivo a dormire, l'avevo davanti agli occhi; pensavo a lei, la luce accesa sul comodino.
Ad un tratto tra le tende della finestra che si muovevano con leggerezza, in trasparenza vedo lei evanescente e vestita di rosa che viene verso di me attraverso il tessuto, con i suoi capelli lunghi e neri; e avvicinatasi, mi sfiora il viso con una mano, mi bacia sorridente, poi svanisce e la tenda torna al suo posto, immobile come prima.
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Era lei: China sul mio viso. E mi da' un bacio.
Sono passati tantissimi anni ma questa cosa non la posso dimenticare!
Ciao Marcello!
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Questo il fatto riportatomi. Il 4 settembre scorso, su mia richiesta, mi da altre delucidazioni:
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Era l'anno 1970, lei era la santola della mia prima figlia, noi eravamo come sorelle, ci volevamo molto bene.
Era una domenica d'inverno gennaio del 1970, il sabato sera ci eravamo viste e d'accordo di vederci l'indomani per stare assieme con i nostri figli per vedere una partita di calcio nel paese dove vivevamo; i nostri mariti giocavano. Purtroppo io l'ho aspettata fino a sera ma lei non è venuta.
Ho pensato che forse avesse avuto altro da fare, fino a che sua sorella entrando nella trattoria del paese dove si cenava con i giocatori, trafelata mi chiese se avessi visto Celia (la sorella), io risposi di no, che non l'avevo vista per tutto il giorno e non mi sono preoccupata.
L'indomani mattina mio marito mi avvisa che era morta e che l'avevano trovata la sera prima riversa su un divanetto in un ufficio dove faceva le pulizie.
Era uscita alle tre e mezza di domenica mattina - con quel gelo - in motorino dal paese fino in città che dista 10 km, per andare a fare le pulizie di questi uffici; hanno detto (dall'autopsia) poi che si era sentita subito male... quindi era rimasta in coma tante ore... non sapeva nessuno dov'era perchè aveva deciso da sola, senza dire a nessuno che andava di domenica mattina. Quindi non vedendola né a casa né al campo di calcio nessuno immaginava che fosse morta in quella maniera; solo di sera sono andati a cercare anche là, e l'hanno trovata morta.
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Non è raro nella casistica della parapsicologia.
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Un defunto, trapassato da poco, o anche da molto tempo, a volte anche da secoli - vedi i castelli con i fantasmi che si leggono nelle leggende inglesi, per esempio - non ancora staccatosi completamente da questa terra, ha bisogno di restare attaccato alle cose famigliari e che più ha amato (case, locali, amici e parenti); e il suo spirito, o meglio il suo corpo astrale continua a vagare in questa dimensione, dove ha lasciato il corpo materiale che già non c'è più. Nel caso ha "sentito" il dolore e l'amarezza per la perdita della sua amica, ed è venuta a cercarla per fare quello che lei non è stata capace di fare, darle una carezza e un bacio.

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Il 9 maggio la signora Diana mi manda un'altra mail con la seguente storia, che merita di essere portata a conoscenza del lettore.
Eccola.
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Buongiorno Marcello... ora ti racconto un'altra delle mie esperienze, che ti autorizzo a pubblicare.
Anni fa, era di giorno, stavo scrivendo su un foglio di carta quando ad un tratto la penna nella mia mano prese a muoversi da sola, senza l'impulso della mia mano; rimasi esterrefatta e lasciai che tracciasse senza che io la guidassi... Sul foglio apparivano cerchi e ghirigori vari; e mi sembrava come impazzita, faceva molta violenza sulle linee.
Avevo sentito parlare della scrittura automatica e mi lasciai andare incuriosita con questo esperimento.
Va detto che mia madre era morta da poco; pensai di chiamarla.

Io chiaramente ero inesperta, e prima di tornare a cimentarmi lasciando libera la mia mano (con la mia mente scevra di pensieri), mi informai da una signora di Varese che la praticava il fenomeno (la scrittura automatica, ndr).
Mi consigliò di pregare molto e di accendere una candela bianca ogni volta che mi fossi accinta a mettere in atto il fenomeno.
Ciò che feci.
Ebbi per un periodo contatti con mia madre e con mia nonna, decedute entrambe. Qualche volta mia madre mi diceva di smettere perché c'erano delle "larve" in giro e di stare attenta.
Non sapevo che fossero 'ste larve, ma da allora lascia perdere. Ora non lo faccio più perché so che devo lasciare in pace i morti!
Ciao marcello!
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Ho chiesto alla mia amica se avesse ancora, conservate, queste scritture ricevute tracciate senza la guida volontaria della mano, e se sì, se me le poteva fare avere.
Mi rispose scrivendomi "alcune cose che aveva ricevute, in una seduta del 18 aprile del 2005 (però non mi ha inviato alcuna copia di questi fogli, ché non sapeva come fare); riporto solo alcune cose che mi ha scritto:
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... ne ho trovata una, Marcello...
... devi pensare che le parole sono attaccate una all'altra, io le ho divise...
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Giorni fa mi ha fatto avere una degli scritti ricevuti in scrittura automatica; ve la rimetto così come l'ho ricevuta, senza aggiungere alcun commento circa la veridicità del documento, affidandomi alla sincerità della signora Diana.
Eccolo:
Cara figlia, sono la mamma BELLA LUCE... io sono con te... la nonna è con me...
io le dico: mamma mi sento tanto sola.
Lei risponde: lo so, abbi fede sempre.
Ama anche se ti fanno del male, cambia, cerca di non essere così dura...
... ora vado via, MAMMA BELLA LUCE...
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marcello de santis
85-SEGUE

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